Spacer exchange in persistent periprosthetic joint infection: microbiological evaluation and survivorship analysis

Autori
Antonio Clemente, Luca Cavagnaro, Antonio Russo, Francesco Chiarlone, Alessandro Massè, Giorgio Burastero
Rivista
Orthopaedic Surgery
Anno
2021

L’infezione periprotesica (PJI) è una delle complicanze più gravi dopo l’intervento di sostituzione protesica di anca e ginocchio, con una prevalenza stimata tra lo 0,3% e l’1,7% per l’anca e tra lo 0,8% e l’1,9% per il ginocchio. Il trattamento chirurgico più comune è la revisione in due tempi, considerata il gold standard per l’eradicazione dell’infezione. Negli ultimi decenni, l’aumento degli organismi multi-resistenti ha complicato ulteriormente il trattamento di queste infezioni, tale che talvolta vi è una persistenza settica dopo l’impianto di spaziatore antibiotato. L’obiettivo del nostro studio era valutare l’efficacia dell’intervento di revisione di spacer come soluzione per trattare le infezioni persistenti, e identificare i fattori che influenzano il successo di questo trattamento. Sono stati analizzati retrospettivamente 41 pazienti sottoposti a revisione di spacer per infezione periprotesica persistente tra il 2011 e il 2018 in un centro di alta specializzazione. I risultati hanno mostrato un’efficacia del 78,8% dei casi nell’eradicazione l’infezione, un miglioramento significativo delle funzioni articolari (Harris Hip Score e Knee Society Score) e una sopravvivenza complessiva dell’impianto del 72,8% a 51,8 mesi  a fine trattamento. E’ stata rilevata un’alta prevalenza di batteri resistenti, tra cui Staphylococcus epidermidis e Staphylococcus aureus. In conclusione la revisione di spacer rappresenta una soluzione valida per trattare l’infezione periprotesica persistente (PJI) poichè offre buoni risultati clinici con un tasso di complicanze accettabile, evitando soluzioni demolitive come l’artrodesi o l’amputazione. Tuttavia, i pazienti con comorbidità multiple, fallimenti precedenti di revisioni in due tempi, compromissione dei tessuti molli e infezioni causate da microorganismi difficili da trattare (DTT) sono più a rischio di recidive.