L’osteomielite è un termine generico che indica un’infezione dell’osso. Questa categoria comprende vari quadri clinici, di gravità diversa, tra cui l’osteomielite ematogena (proveniente dal flusso sanguigno), l’osteomielite vertebrale o spondilodiscite, l’osteomielite post-traumatica e le infezioni del piede diabetico.
Dal punto di vista epidemiologico, l’osteomielite ematogena acuta colpisce prevalentemente i bambini (il 50% dei casi si verifica nei primi 5 anni di vita) e tende a localizzarsi nella regione metafisaria delle ossa lunghe, con una predilezione per tibia, femore e omero. Negli adulti, invece, prevale la genesi post-traumatica o post-chirurgica, mentre negli anziani l’osteomielite si sviluppa spesso per contiguità con protesi articolari infette, in presenza di diabete mellito, patologie vascolari croniche o lesioni da pressione.
Le classificazioni principali per stadiare l’osteomielite sono due. La prima, proposta da Lew e Waldvogel, si basa su una differenziazione eziologica. Tuttavia, la classificazione più utilizzata nella gestione dell’osteomielite è quella di Cierny e Mader, che, prendendo in considerazione dati locali e le condizioni del paziente, consente di orientare al meglio il trattamento.
Dal punto di vista patofisiologico, le spondilodisciti e le osteomieliti ematogene acute sono associate al rallentamento fisiologico del flusso sanguigno in determinate aree corporee, mentre le infezioni post-traumatiche o post-chirurgiche derivano spesso da un’inoculazione diretta del patogeno. Particolare attenzione va prestata alle fratture esposte, in cui l’osso entra in contatto con l’ambiente esterno durante il trauma, poiché il rischio di osteomielite in questi casi può raggiungere il 25%.
I patogeni responsabili di queste infezioni possono essere diversi. Tra i più comuni ci sono lo Stafilococco Aureo e gli Stafilococchi Coagulasi negativi. Nell’osteomielite ematogena, l’infezione è frequentemente monomicrobica, mentre nei casi post-traumatici è comune la presenza di più agenti patogeni.
La manifestazione clinica varia in base all’eziologia. Nella Osteomielite ematogena, si può avvertire un dolore subacuto o cronico nella zona colpita, accompagnato nei casi più gravi da febbre, edema ed eritema. L’osteomielite post-traumatica può presentarsi con una fistola in comunicazione con la frattura e viene spesso sospettata in caso di pseudoartrosi o mancata chiusura della ferita chirurgica. Le infezioni associate a insufficienza vascolare e diabete si manifestano generalmente con ulcerazioni, mentre nelle spondilodisciti i pazienti avvertono un dolore sordo nella regione della colonna vertebrale colpita, che può irradiarsi e, in casi gravi, causare sintomi di compressione midollare, richiedendo un intervento chirurgico urgente.
La diagnosi si basa su una valutazione clinica iniziale, seguita da esami del sangue di primo livello e indagini strumentali. Le radiografie hanno una sensibilità limitata nelle fasi iniziali, mentre la Tomografia Computerizzata e la Risonanza Magnetica sono fondamentali per una corretta valutazione e stadiazione della patologia. L’identificazione del patogeno mediante esami del sangue o biopsie mirate è essenziale per orientare la terapia antibiotica.
Il trattamento dell’osteomielite richiede un approccio combinato medico e chirurgico, variabile in base al tipo di infezione. Nei casi di osteomielite ematogena o spondilodiscite non complicata, la terapia si basa su antibiotici mirati. Per le osteomieliti post-traumatiche o post-chirurgiche, è necessario un debridement radicale dei tessuti infetti e la rimozione dell’eventuale materiale esogeno contaminato per ottenere la completa guarigione.
In tali casi, la rimozione simil-oncologica dell’osso infetto comporta la gestione del difetto osseo residuo. Le opzioni per colmare questa lacuna includono la tecnica di Masquelet, il trasporto osseo con fissatori esterni circolari, e l’utilizzo di perone vascolarizzato per trattare perdite ossee estese. Infine, l’uso di protesi intercalari offre un supporto meccanico immediato e favorisce l’osteointegrazione.
Nel nostro centro, la possibilità di scegliere tra diverse opzioni terapeutiche ci consente di fornire il trattamento più appropriato per ciascun paziente. In particolare, l’uso diffuso del fissatore circolare, con l’opzione del fissatore esapodalico in casi particolari, permette di affrontare una vasta gamma di condizioni, comprese infezioni e deformità ossee gravi di varia origine.